INFORMAZIONI SUL PROGETTO

P2PU@unimib

Un progetto di ricerca in Didattica e pedagogia speciale, dedicato alla fruizione in presenza o sincrona, alla scoperta delle esperienze comunitarie nella Formazione a Distanza (FAD) e nei Massive Open Online Courses (MOOC).

Presentazione

Il progetto P2PU@Unimib nasce da una domanda semplice ma cruciale: cosa accade quando l’apprendimento online, solitamente solitario e asincrono, viene riportato alla dimensione fisica, sincrona e comunitaria? Il progetto ha indagato una possibile risposta approfondendo le potenzialità dei Learning Circles: gruppi di apprendimento che intrecciano saperi, relazioni e supporto reciproco, capaci di restituire alla formazione a distanza (FAD) e ai Massive Online Open Courses (MOOC) quella dimensione sociale che spesso manca, ma che rappresenta il cuore pulsante di ogni processo educativo.

Attraverso un lavoro di ricerca sul campo fatto di osservazioni, interviste e sperimentazioni in contesti diversificati, dalle biblioteche agli spazi pubblici, fino all’università e al mondo delle imprese sociali, abbiamo rilevato che, grazie al peer tutoring e alla facilitazione, i contenuti formativi online, da fissi e immutabili, possono trasformarsi in esperienze dinamiche e significative. I risultati evidenziano tassi di completamento e livelli di soddisfazione molto più alti rispetto alle modalità individuali e asincrone.

Il progetto intende offrire un ponte tra università, organizzazioni e comunità, nel tentativo di mettere la ricerca pedagogica al servizio delle persone e dei territori, e di quel capitale immateriale, simbolico e umano che, nella società della conoscenza, reclama ancora la centralità delle relazioni tra le persone.

Azioni di ricerca realizzate

Dal 2022 al 2024, sono stati attivati 52 gruppi di Learning Circle (LC), ciascuno progettato per partecipare a un programma di formazione online o a un corso scelto in base agli interessi dei membri. Questi gruppi si sono focalizzati sull’accesso e la gestione dei contenuti formativi, sulle attività proposte dai programmi e sul completamento degli stessi.

In totale, hanno partecipato circa 252 persone, con una media di 4,8 partecipanti per gruppo, e si sono svolti 189 incontri, corrispondenti a una media di 3,6 sessioni per gruppo.

Metodologia e raccolta dati

L’organizzazione dei gruppi è stata incentrata su criteri di sostenibilità e di flessibilità, in modo da adattarsi alle esigenze specifiche dei corsi e dei contesti. Elementi come il numero di partecipanti, le regole di partecipazione e la frequenza degli incontri sono stati modulati in base alle necessità emergenti, garantendo così un approccio dinamico e in grado di rispondere agli obiettivi di ogni programma.

Si è trattato di una ricerca-azione, condotta utilizzando un approccio qualitativo, articolato in più strumenti di raccolta e analisi dati.

I numeri della ricerca
  • 52 gruppi di Learning Circle
  • 189 incontri svolti dai 52 gruppi, con 3,6 incontri di media per gruppo.
  • 252 partecipanti, con 4,8 studenti per gruppo, ciascuno dei quali ha compilato un questionario pre- e uno post-corso, permettendo di confrontare le esperienze formative pregresse e l’impatto dei Learning Circle sulla fruizione dei contenuti educativi online.
  • 84 osservazioni partecipanti e 32 osservazioni esterne, documentate attraverso appunti sul campo.
  • 20 interviste semi-strutturate con facilitatori e membri dei gruppi.
  • Oltre 100 questionari strutturati di “meeting log”, compilati durante 100 incontri, per catturare dinamiche di gruppo e traiettorie di apprendimento.
  • Oltre 400 prompt di diari auto-etnografici inviati dai partecipanti, contenenti restituzioni e riflessioni relative alle esperienze individuali di ogni sessione.
  • Svariate registrazioni audio e video effettuate quando appropriato.
Analisi delle dinamiche di apprendimento

Durante gli incontri, sono stati raccolti dati che hanno evidenziato il ruolo cruciale della facilitazione e del peer tutoring. I questionari di meeting log hanno offerto una visione fenomenologica delle sessioni, documentando momenti chiave come concentrazione, distrazione, benessere e stress. I diari auto-etnografici hanno aggiunto un livello personale, catturando l’esperienza unica di ciascun partecipante.

Il progetto ha integrato un’analisi qualitativa con l’applicazione pratica di modelli di apprendimento ibridi, fornendo una comprensione profonda delle dinamiche di apprendimento online e in presenza, e contribuendo allo sviluppo futuro di progettazioni formative più efficaci, e ad arricchire i metodi di ricerca nell’ambito dei MOOC e della formazione a distanza.

Per maggiori dettagli sulle attività svolte, consulta la produzione scientifica nella pagina Risorse.

L’organizzazione partner: il Consorzio Comunità Brianza

Consorzio Comunità Brianza è un’impresa sociale, un consorzio di cooperative ed enti del terzo settore, che da 20 anni lavora sul territorio di Monza e Brianza per garantire il benessere della comunità e delle persone.

Il lavoro di CCB si fonda sulla profonda conoscenza della comunità in cui opera, dei suoi problemi e delle sue persone e offre una risposta concreta, ampia e professionale, allineata alle migliori prassi nazionali ed europee.

Consorzio è un filo che passa attraverso le comunità per ricucire i legami tra i luoghi e le persone e costruire una società equa, giusta e solidale, capace di garantire a tutti pari opportunità di crescita, benessere e realizzazione.

Le evidenze a cui è approdata la ricerca

L’approccio sperimentato rappresenta una risposta concreta e innovativa alle criticità spesso associate alla formazione online e ai MOOC, quali l’isolamento sociale, il calo di motivazione e i bassi tassi di completamento. Attraverso l’introduzione di un modello ibrido basato sui Learning Circles (LC), il progetto ha dimostrato che l’integrazione di interazioni umane e dinamiche di apprendimento collaborativo può migliorare in modo significativo la qualità, l’efficacia e l’impatto di percorsi educativi digitali.

Dimensioni relazionali e impatto sull’apprendimento

I risultati del progetto evidenziano come le dinamiche sociali attivate nei LC, fondate sulla mediazione tra pari e il supporto del facilitatore, abbiano mitigato molte delle barriere che ostacolano il successo della formazione online. I partecipanti hanno riportato un miglioramento nella motivazione, nell’attenzione sostenuta e nell’engagement cognitivo, attribuendo questi progressi all’ambiente collaborativo e accogliente delle sessioni in presenza. L’approccio ha promosso l’attivazione di un “noi” collettivo, una comunità di apprendimento che ha favorito la condivisione di obiettivi e la costruzione di significati condivisi, riducendo al contempo i sentimenti di isolamento e frammentazione.

Il facilitatore ha giocato un ruolo cruciale, non solo nella gestione dei contenuti ma soprattutto nella creazione di un clima relazionale positivo e inclusivo. Attraverso proposte cooperative e peer-to-peer, il facilitatore ha saputo stimolare momenti di riflessione e interazione, rendendo i contenuti formativi più accessibili e significativi per ciascun partecipante. In tal senso, la proposta si inserisce perfettamente nel paradigma socio-costruttivista, ribadendo l’importanza dell’interazione umana come motore del processo di apprendimento.

Il valore del modello ibrido

La presenza fisica dei partecipanti, anche in quantità minima, è stata identificata come un fattore chiave nell’attivazione di un coinvolgimento cognitivo profondo. L’ambiente di apprendimento non si è limitato a essere uno spazio fisico, ma si è trasformato in un campo simbolico di relazioni, dove elementi materiali, immateriali e sensoriali hanno contribuito a creare esperienze educative autentiche e partecipate. Il progetto sottolinea inoltre come la combinazione di mediazione umana e strumenti digitali possa generare una sinergia capace di amplificare i risultati di apprendimento, trasformando i contenuti da statici a rilevanti e applicabili.

I dati raccolti suggeriscono che il modello di LC offre un quadro teorico e pratico per ripensare i modelli educativi digitali, integrando la pedagogia online con pratiche collaborative e umanistiche. In un contesto sempre più dominato dalle tecnologie digitali, il progetto P2PU@Unimib invita a riequilibrare il rapporto tra strumenti tecnologici e interazione umana, ponendo al centro il valore delle relazioni e delle comunità di apprendimento. Questa ricerca non solo contribuisce al dibattito teorico sulla formazione online, ma offre una cornice pratica per sviluppare modelli ibridi che uniscano flessibilità, supporto sociale e risultati educativi di qualità.

Questi temi sono stati presentati in dettaglio nelle pubblicazioni che si possono trovare nella pagina delle Risorse.

Direzioni future: verso un’educazione ibrida e umanistica

Le implicazioni di questa ricerca spaziano dalla progettazione di ambienti di apprendimento più inclusivi e personalizzati alla riflessione su nuove modalità di intermediazione educativa. Elementi come l’ergonomia emozionale, gli aspetti rituali dei percorsi educativi e il ruolo dei mediatori simbolici emergono come aree di ricerca da approfondire, per comprendere meglio come le esperienze di apprendimento possano essere migliorate sia sul piano cognitivo che emotivo.

Le prospettive future si articolano attorno a tre principali assi di sviluppo: il perfezionamento dei modelli ibridi, la ricerca sulle dinamiche relazionali e simboliche dell’apprendimento e l’elaborazione di nuove pratiche formative capaci di rispondere ai bisogni della società contemporanea.

1 – Perfezionamento e ampliamento del modello ibrido

Il modello di Learning Circles (LC), che combina momenti di apprendimento collaborativo in presenza con contenuti online, si è dimostrato particolarmente efficace nel superare le barriere tipiche della formazione a distanza, come l’isolamento e il calo della motivazione. Le future ricerche dovrebbero esplorare come questo modello possa essere ulteriormente migliorato e adattato a diversi contesti educativi e professionali.

Molto si può ancora fare per l’espansione e il perfezionamento del modello dei Learning Circles (LC), esplorando nuovi settori e opportunità. Una direzione chiave consiste nell’estendere l’applicazione dei LC a contesti ancora poco esplorati, come la formazione professionale continua, l’educazione rivolta al terzo settore e i programmi di riqualificazione per lavoratori, offrendo soluzioni innovative e adattabili a target diversi. Un altro ambito di sviluppo riguarda l’integrazione di strumenti tecnologici avanzati, come l’intelligenza artificiale generativa, per migliorare il tutoraggio e rendere i percorsi di apprendimento più personalizzati ed efficaci. Questo approccio permetterebbe di rispondere in modo più preciso alle esigenze individuali dei partecipanti, aumentando il coinvolgimento e la qualità formativa.

Infine, in futuro sarà necessario sperimentare nuove modalità di blended learning, combinando in modo strategico i momenti sincroni e asincroni, sia in presenza che a distanza. Questo approccio consente di massimizzare l’efficacia formativa, bilanciando flessibilità e interazione umana per creare esperienze di apprendimento più complete e significative.

2 – Dinamiche relazionali e simboliche nell’apprendimento

Una delle principali intuizioni emerse dal progetto riguarda il ruolo cruciale delle dinamiche relazionali e del clima sociale nei processi di apprendimento. I LC hanno mostrato che il senso di comunità, la condivisione e l’interazione tra pari possono amplificare l’engagement cognitivo ed emotivo.

Le future direzioni di ricerca si dovranno concentrare su aspetti cruciali per comprendere e migliorare l’efficacia dei modelli di apprendimento collaborativo. Un primo ambito di studio riguarda l’ergonomia emozionale, ossia l’analisi di come il comfort fisico, l’atmosfera relazionale e gli stimoli sensoriali influiscano sul coinvolgimento e sull’efficacia dell’apprendimento. Approfondire questo concetto permetterà di progettare ambienti formativi che favoriscano il benessere e la partecipazione attiva dei partecipanti. Un secondo filone di ricerca punta a esplorare i rituali formativi, ovvero le pratiche simboliche che caratterizzano i momenti di condivisione e interazione. Elementi come la definizione di obiettivi comuni, i feedback reciproci o i momenti di convivialità possono rafforzare la coesione del gruppo e amplificare i risultati formativi, creando un contesto di apprendimento più ricco e partecipativo.

Infine, un altro aspetto cruciale riguarda il ruolo dei mediatori simbolici, come oggetti, spazi e tecnologie. La ricerca si propone di indagare come questi elementi possano facilitare la creazione di significati condivisi, sostenendo i processi di apprendimento e arricchendo l’esperienza formativa con un approccio integrato e multisensoriale.

3 – Verso una pedagogia onlife

L’esperienza dei MOOC e della formazione a distanza ha mostrato che il design e la struttura dei corsi sono determinanti per il coinvolgimento degli studenti. Da qui emerge l’importanza di una pedagogia onlife, intesa come un approccio che combina i principi della progettazione educativa con le potenzialità tecnologiche.

Le proposte operative delineano strategie concrete per migliorare la qualità e l’efficacia dei modelli educativi digitali. Una priorità consiste nel progettare piattaforme più interattive e partecipative, che integrino spazi dedicati a discussioni, collaborazioni e attività tra pari. Questo approccio mira a trasformare le piattaforme digitali in ambienti dinamici, capaci di favorire il coinvolgimento attivo e la co-costruzione del sapere. Un secondo ambito di intervento riguarda lo sviluppo di framework pedagogici situati, ovvero linee guida per la progettazione di corsi che tengano conto del contesto culturale, sociale ed economico dei discenti. Questo consentirebbe di personalizzare i percorsi formativi, rendendoli più rilevanti e inclusivi per le diverse realtà in cui vengono implementati. Infine, è fondamentale promuovere la formazione del facilitatore, attraverso percorsi di qualificazione che preparino i facilitatori a operare efficacemente sia in contesti fisici che virtuali. Questi percorsi dovranno combinare competenze tecniche, pedagogiche e relazionali, offrendo strumenti per gestire dinamiche di gruppo, favorire l’interazione e supportare l’apprendimento collaborativo in ambienti ibridi.

4 – Nuovi paradigmi di inclusione e accessibilità

Il progetto ha evidenziato che il successo della formazione online non può prescindere da un’attenzione alla diversità dei bisogni e delle esperienze degli studenti. La personalizzazione dei percorsi e la creazione di ambienti inclusivi sono direzioni fondamentali per il futuro.

Le prospettive di sviluppo si concentrano sulla creazione di ambienti formativi sempre più inclusivi e adattabili alle esigenze di una vasta gamma di discenti. Un primo ambito di intervento riguarda l’integrazione di approcci inclusivi, progettando corsi che rispondano alle necessità di studenti con disabilità, provenienti da contesti svantaggiati o con bisogni educativi speciali. Questo approccio punta a garantire pari opportunità di apprendimento e a ridurre le barriere di accesso. Un secondo filone di sviluppo si focalizza sulle metodologie interculturali, favorendo l’inclusione di discenti con origini geografiche e culturali diverse. L’adattamento dei contenuti e delle modalità didattiche alle specifiche esigenze dei partecipanti è essenziale per promuovere il dialogo interculturale e valorizzare le diversità come risorsa educativa. Infine, viene proposta la sperimentazione di approcci intergenerazionali, creando spazi formativi in cui discenti di età diverse possano collaborare. Questo modello valorizza il reciproco scambio di esperienze, promuovendo una dimensione educativa che integra prospettive, conoscenze e competenze provenienti da diverse fasi della vita.

5 – Sostenibilità e impatto sociale

Infine, il progetto invita a riflettere sul ruolo sociale della formazione e sul contributo che i modelli ibridi possono offrire al miglioramento delle comunità.

Le linee guida future tracciano una direzione strategica per consolidare e ampliare l’impatto dei Learning Circles (LC) nel panorama educativo e sociale. Un primo passo fondamentale consiste nel valutare l’impatto a lungo termine attraverso studi longitudinali. Questi permetteranno di analizzare come i partecipanti trasferiscano le competenze acquisite nei loro contesti personali e professionali, offrendo una visione più chiara dell’efficacia del modello LC nel tempo. Un altro obiettivo prioritario è quello di creare reti di apprendimento comunitario, coinvolgendo attivamente enti locali, associazioni e organizzazioni. Questo approccio mira a rafforzare la portata e l’impatto della formazione, costruendo connessioni tra i vari attori del territorio e promuovendo una cultura dell’apprendimento condivisa e partecipativa. Infine, è essenziale promuovere politiche educative integrate, collaborando con istituzioni e stakeholder per favorire la diffusione di modelli formativi che coniughino inclusione, innovazione e sostenibilità. Questo richiede una visione sistemica, capace di armonizzare le esigenze dei diversi attori coinvolti e di rispondere alle sfide della società contemporanea con soluzioni educative all’avanguardia, per la progettazione di modelli educativi più umani, inclusivi e sostenibili.


Con una formazione ampia e interdisciplinare, il percorso accademico e professionale di Leonardo Menegola abbraccia filosofia, antropologia e pedagogia, musicoterapia, comunicazione interpersonale e people management. Laureato con lode in Filosofia a indirizzo teoretico e psicologico con una tesi in Antropologia dell’educazione, ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Antropologia della contemporaneità, specializzandosi in antropologia medica e psicologica e ricevendo l’encomio per l’originalità e il rigore della sua ricerca.

Biografia
Ricerca e attività accademica

Da ricercatore indipendente, Leonardo ha sviluppato un’intensa attività internazionale presso istituzioni prestigiose come Yale University, Columbia University, UCLA (Discourse Lab), Karolinska Institutet, Aalborg University, per citarne qualcuna. La sua ricerca si concentra sull’uso dei mediatori non verbali e analogici – suono, musica, linguaggi simbolici, corporei, sensoriali, performativi e tecnologici – nella relazione educativa e di cura. Ha approfondito l’epistemologia comparativa dei saperi musicoterapeutici e la musicoterapia improvvisativa, in un’ottica sistemico-antropologica e simbolico-psicodinamica. Ha organizzato e partecipato a innumerevoli convegni, seminari e progetti di divulgazione scientifica, coprendo ambiti che spaziano dalla musicoterapia all’educazione, dall’antropologia cognitiva e medica alla didattica.

Esperienza didattica ed educativa

In ambito accademico, Leonardo ha prestato ininterrottamente servizio come professore a contratto dal 2004 presso università italiane e straniere, pubbliche e private, dapprima in antropologia culturale, cognitiva e medica, e in misura crescente, e negli ultimi dieci anni circa, in antropologia dell’educazione e discipline pedagogiche.

La sua esperienza professionale in ruoli didattici e formativi è davvero enorme, avendo ininterrottamente ricoperto incarichi fin da giovanissima età, sia nel mondo della scuola, in ogni ordine e grado di istruzione, sia nei contesti formali e informali più diversi, inclusi quelli del terzo settore, con bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani. Ha lavorato in asili nido e scuole dell’infanzia per 13 anni come educatore aggiunto e musicoterapeuta; per 3 anni nella primaria come insegnante e direttore didattica; per 2 anni nella scuola secondaria di I grado come esperto esterno e per 9 anni al II grado come docente di Scienze della comunicazione (nell’Istruzione e Formazione Professionale) e di Filosofia (in un Liceo).

In questi contesti ha sperimentato metodologie didattiche innovative e integrate, approfondendo l’uso dei linguaggi espressivi e non verbali nella relazione educativa e introducendo, in misura crescente nei gradi dalla primaria in su, l’uso del digitale e delle tecnologie per l’innovazione metodologica. Ha collaborato con numerose scuole ed enti di formazione per la formazione continua degli insegnanti, lavorando sull’integrazione delle tecnologie, sull’innovazione metodologica e sulla costruzione di ambienti di apprendimento sostenibili ed efficaci.

Esperienza clinica e terapeutica

Ha lavorato come musicoterapeuta nei contesti più diversi. Ha operato a lungo con bambini e adolescenti: per quattro anni ho prestato servizio presso un Servizio Tutela Minori e in centri di supporto rivolti a bambini e adolescenti a rischio di abbandono scolastico e di povertà educativa. Inoltre, ha svolto per dodici anni attività clinico-educativa con utenti e pazienti con disabilità, e per vent’anni si è occupato di interventi con pazienti nella terza e quarta età, affrontando malattie degenerative, demenze e percorsi di accompagnamento alla morte. Da oltre dieci anni lavora come musicoterapeuta nella consultazione privata, intervenendo con pazienti adulti e minori che presentano disturbi dello spettro autistico, difficoltà socio-comunicative e delle relazioni affettive e sociali, disturbi della personalità e del comportamento, tra cui ADHD e disturbo oppositivo-provocatorio.

In questi campi, la sua attività di progettazione, coordinamento e supervisione professionale è da lungo tempo intensa e ininterrotta, e ha portato alla costituzione di un Ente del Terzo Settore, l’Associazione Sensoria, specializzata nell’intervento, nella formazione e nella ricerca nelle terapie espressive e nei linguaggi creativi e artistici per l’educazione, nonché nella media education.

Fin dai primi anni, questi ambiti di attività hanno costituito un importante filone della sua ricerca scientifica, portando alla produzione di studi e contributi nel campo della musicoterapia e di altre discipline affini. Ha condotto il mio primo laboratorio musicoterapeutico di piccolo gruppo quando aveva quattordici anni, nel 1986, con un gruppo di bambini di una scuola dell’infanzia. Da allora, non ha mai smesso di coltivare e di condividere un approccio alla musica e al suono come mediatori privilegiati per la cura, la relazione comunicativa e interpersonale, il benessere, la salute, l’apprendimento e la crescita personale.

Consulenza organizzativa e manageriale

Parallelamente, Leonardo ha sviluppato una consolidata carriera come consulente manageriale e organizzativo, operando in ambito aziendale, educativo e sociale. Specializzato in people management, gestione delle persone, dei team e dei processi comunicativi, ha contribuito alla costruzione di ambienti di lavoro improntati al benessere, alla qualità della vita e alla sostenibilità, non solo economica ed ecologica, ma anche umana, sociale e culturale, con un focus sui temi della diversity e dell’inclusione, per creare contesti rispettosi della pluralità e delle differenze. In questo ambito, ha progettato e realizzato corsi di formazione manageriale di interesse nazionale e internazionale.

Masterclass e produzione artistica e mediale

Musicoterapeuta professionista e musicista autodidatta dotato di orecchio assoluto, Leonardo svolge da anni masterclass di improvvisazione musicoterapeutica e attività di formazione specialistica. È produttore di podcast e responsabile scientifico di progetti divulgativi. 

Conclusione

Leonardo Menegola è una figura poliedrica e interdisciplinare, che unisce rigore accademico, esperienza sul campo e un profondo interesse per la cura delle relazioni umane attraverso l’integrazione di mediatori espressivi, metodologie innovative e approcci sistemico-sostenibili.

Come professionista, ha collaborato con oltre 200 clienti e committenti pubblici, privati, aziendali, organizzativi, for profit e no profit, raggiungendo oltre 5.000 tra formandi, discenti, studenti, tirocinanti, utenti e pazienti. La sua attività ha attraversato contesti formali e informali, con platee multiculturali e intergenerazionali, dai 6 mesi di età fino agli over 100 anni, nei settori della scuola dell’alta formazione, delle aziende e delle organizzazioni, nella formazione continua degli adulti e nella consulenza, e nel Terzo settore, con minori, adolescenti, giovani adulti e anziani.

Insegnamenti

Leonardo Menegola ha maturato un’importante esperienza accademica come docente universitario, ricoprendo diversi incarichi nei corsi di laurea e nei percorsi formativi post-laurea.

Nell’ambito dell’offerta formativa del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dal 2017-18 al 2020-21 è stato professore a contratto nel ruolo di tutor per il Laboratorio di Tecnologie Didattiche all’interno del Corso di Laurea a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria, e negli anni accademici 2018-2019, 2019-2020, 2020-2021 e 2021-2022, è stato cultore della materia per il corso di Ambienti Digitali per la Formazione, sempre nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, e per gli insegnamenti di Storia della Pedagogia all’interno dello stesso Corso di Laurea, nonché del Corso di Laurea triennale in Scienze dell’Educazione.

Nel contesto del Corso di Specializzazione per le Attività di Sostegno Didattico agli Alunni con Disabilità, ha ricoperto il ruolo di professore a contratto come Tutor TIC dall’anno accademico 2017-2018 al 2021-2022. Successivamente, ha continuato a svolgere tale ruolo in affidamento, in quanto Ricercatore RTDA in Didattica e Pedagogia speciale, fino al 2024-2025, per poi riprendere come professore a contratto.

Nel Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione, a partire dall’anno accademico 2019-2020, ha insegnato Metodi e Tecniche della Formazione Mediale come professore a contratto per tre anni consecutivi, fino al 2021-2022. A seguire, ha avuto l’affidamento dell’insegnamento nei successivi anni accademici 2022-2023 e 2023-2024.

Dal 2022-2023 al 2024-25, ha ricevuto l’affidamento del corso di Formazione on the Job, Insegnamento del secondo anno del Corso di Laurea magistrale in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane.

È stato inoltre docente nei corsi abilitanti per i 24 Crediti Formativi Universitari (CFU), con insegnamenti nelle materie di Storia della Pedagogia, di Pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, e di Metodologie e Tecnologie Didattiche Generali. Nell’anno accademico 2023-2024, nell’ambito dei corsi abilitanti per i 60 e 30 CFU, è stato docente del Corso Traversale Il digitale nella didattica, destinato ai gruppi disciplinari A50, A18 e A34.

In anni precedenti, sempre nell’ambito del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, durante e al termine del suo dottorato di ricerca, Leonardo Menegola ha svolto un’intensa attività didattica in campo antropologico. Tale esperienza, maturata tra gli anni accademici 2003-04 e 2006-07 inclusi, lo ha visto impegnato come tutor didattico dell’Insegnamento di Etnologia, presso il Corso di Laurea Magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche. Parallelamente, ha svolto il ruolo di tutor didattico nel Corso di Etnoestetica, sempre nell’ambito del medesimo Corso di Laurea. Nell’ambito dell’Antropologia visiva e multimediale, è stato tutor all’interno del Laboratorio di Antropologia Visiva e Multimediale. Ha inoltre ricoperto il ruolo di tutor didattico di Antropologia Culturale presso i Corsi di Laurea triennale in Scienze dell’Educazione e in Scienze della Comunicazione. Già in quegli anni il focus pedagogico del suo lavoro si esprimeva nella sua attività didattica, fino ad assumere in alcuni casi un carattere esplicito e ufficiale, come ad esempio nella ruolo di professore a contratto ricoperto per il Corso di Didattica delle attività motorie e Pedagogia del corpo, nell’ambito dei Corsi Speciali per il conseguimento dell’idoneità/abilitazione all’insegnamento attivati ex D.M. 85/05. Questa esperienza didattica, maturata nell’arco di quattro anni accademici, testimonia l’ampiezza della sua formazione e la sua capacità di coniugare ricerca e insegnamento in ambito antropologico, ponendo le basi per il successivo sviluppo delle sue attività di ricerca e formazione.

Nel periodo compreso tra l’anno accademico 2008-09 e il 2016-17, Leonardo Menegola ha svolto attività di docenza in alta formazione, nell’ambito di corsi universitari esteri e abroad programs di atenei e college universitari internazionali, in particolare a Firenze, Siena e Milano. Ha insegnato in programmi quali IES AbroadInstitute for the International Education of Students (presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal 2013-2014 al 2015-2016), CET Academic Programs (Firenze e Siena, dal 2007-2008 al 2011-2012) e presso l’International Studies Institute at Palazzo Rucellai (Firenze). Questi incarichi gli hanno permesso di portare le sue competenze pedagogiche, antropologiche e psicologiche in un contesto internazionale, contribuendo alla formazione di studenti provenienti da una molteplicità di background accademici e culturali negli Stati Uniti. Ciò ha rappresentato una preziosa palestra pedagogica e organizzativa, che gli ha consentito di portare a livelli di ulteriore eccellenza le proprie competenze di progettazione didattica, erogazione e conduzione delle lezioni, nonché di valutazione dei percorsi formativi, nell’incontro con i contesti dell’alta formazione anglosassone, e in particolare americana. Lavorare con studenti statunitensi e internazionali, provenienti da università e percorsi di studio differenti, ha arricchito e diversificato le sue pratiche didattiche, fornendogli strumenti per affrontare e valorizzare la pluralità culturale e disciplinare delle classi. Questo contesto ha richiesto un approccio altamente adattivo e personalizzato, basato su una profonda attenzione alla relazione educativa e alle specifiche esigenze degli studenti, abituati a modelli didattici fondati sulla partecipazione attiva, sull’interazione critica e sul dialogo costruttivo.

Parallelamente, ha svolto – e svolge tuttora – il ruolo di professore aggiunto in materie pedagogiche e antropologico-psicologiche presso scuole di specializzazione quadriennali post-lauream in psicoterapia, tra cui, ininterrottamente dal 2026-07, l’ANEB (Associazione Nazionale EcoBioPsicologia) a Milano e, saltuariamente, presso il Ruolo Terapeutico di Milano. Insegnato inoltre, sempre dal 2006-07, presso il corso di alta formazione in Arteterapia organizzato da Lyceum, Milano. In questi contesti, Leonardo Menegola ha offerto un contributo formativo specialistico, incentrato sull’approfondimento delle metodologie non verbali e simbolico-espressive nella relazione di cura.

Oltre a ciò, dal 2007 al 2018, ha ricoperto ruoli di docente, formatore e tutor in ambito musicoterapeutico, pedagogico ed educativo, collaborando con enti privati di alta formazione come Adifamily (Monza), Fondazione Mantovani (Milano), IAL (Saronno), la Società Antroposofica Milanese e Solaris (Triuggio). In questi contesti, ha svolto attività di programmazione didattica, valutazione, tutoring di tirocinio e formazione specialistica rivolta a educatori, terapeuti ed équipe cliniche.

Una così articolata esperienza didattica testimonia ha portato Leonardo Menegola a diventare un docente non solo appassionato e rigoroso, ma molto apprezzato e amato dagli studenti: in grado di attraversare contesti formativi diversi, coniugando ricerca e innovazione metodologica; dedicato alla continua riprogettazione e rielaborazione dei contenuti dei propri corsi; dedito a una cura estrema della forma nella propria azione didattica; impegnato ad accompagnare personalmente, in quanto relatore, ai massimi valori qualitativi e valutativi un numero enorme di progetti di tesi (circa ottanta solo nel triennio 2022-2024); attentissimo alla dimensione relazionale, espressiva e simbolica dei processi educativi e terapeutici, garantendo costantemente alla propria azione didattica lo statuto di una vera e propria pratica educativa, a tutti i livelli accademici e professionalizzanti.

Interessi e tematiche di ricerca

Leonardo Menegola si occupa di mediatori non verbali in educazione e cura — come il suono, la musica, linguaggi simbolici e tecnologie digitali, con particolare attenzione alle loro dimensioni esperienziali, simboliche e cognitive; di musicoterapia, con una pratica professionale dal 2003 e un focus sul ruolo terapeutico ed educativo della musica in contesti di cura e inclusione; di formazione mediale e progettazione di contenuti formativi digitali, esplorando metodologie ibride e innovative per l’apprendimento; di espressività creativa e arti performative in contesti di marginalità, con iniziative che uniscono ricerca, divulgazione e pratica; di podcasting e produzione musicale, integrando tecniche creative con un approccio educativo e comunicativo.

Attraverso un approccio interdisciplinare, le sue ricerche indagano le intersezioni tra arte, educazione, tecnologie e cura, contribuendo a sviluppare modelli formativi e terapeutici innovativi.

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